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Edizione del 2.1.2016
Coperte dalla magistratura, le banche centrali, tra cui la Banca d’Italia (BI) e la Banca Centrale Europea (BCE), incredibilmente private, praticano il crimine del signoraggio primario, mentre le banche di credito praticano l’ancor più grave signoraggio secondario.
Signoraggio che la ‘cupola’ ricicla mediante le sue centrali interbancarie.
Dopo averlo infatti segretato già dalla nascita della Repubblica fin negli atti del Parlamento (con gli omissis), si è ‘scoperto’ che la BI è di privati (circa 85% banche, 10% assicurazioni, 5% dell’INPS), come gran parte delle altre banche centrali; fra cui la BCE, che è al 15% circa della BI.
Privatezza di cui, da quando la si è scoperta, si cerca di sminuire la rilevanza, ma che è la radice del male.
Signoraggio primario delle banche centrali che consiste in quanto segue.
1) Nel creare il denaro al costo tipografico o con un click (dal 1929 non occorre alcun corrispettivo in oro, ma è una favola che prima occorresse). Banconote di cui si ignora la quantità, essendo i numeri che recano non progressivi e di significato oscuro.
2) Usarle (al valore ‘facciale’) per ‘comprare’ (è più uno ‘sconto’, ma in realtà è una frode) dagli Stati un pari importo in titoli del debito pubblico.
3) Realizzare un faraonico falso in bilancio iscrivendo al passivo l’importo ‘facciale’ delle banconote create dal nulla per così ‘pareggiare’ iscrivendo all’attivo i titoli. Falso attraverso il quale la cupola che controlla e ‘sta dietro’ le banche realizza due ulteriori obiettivi: uno, rubare persino agli azionisti dei soci privati delle banche centrali i proventi dello stesso signoraggio; due, un’evasione fiscale ben maggiore delle tasse sia pagate che evase dal resto della società; perché (detto che le tasse sono, come vedremo, illecite), all’aliquota del 50%, ammonta alla metà del denaro creato.
Signoraggio primario e secondario che sono la causa sia dell’inflazione che dei tributi, funzionali anche al dominio sui cittadini, criminalizzati quali evasori, riciclatori ecc.
Signoraggio primario che rende responsabile del ‘debito pubblico’ la cupola, avendone essa (non lo Stato) riscosso il corrispettivo.
Fenomeni catastrofici tra cui l’inflazione, che è tutt’altro da ciò che si ritiene, perché è frutto della produzione del denaro ad opera di falsari.
Se infatti i denari sono 100, ed un falsario (è un falsario chiunque produca denaro ma non sia lo Stato; quindi anche le banche) ne crea altri 100, quando li mette in circolazione (li spende), ruba metà della ricchezza ed, avendo portato a 200 il denaro, causa un’ ‘inflazione’ del 50%.
Inflazione che non si verifica se è lo Stato a produrre il denaro ed a metterlo in circolazione spendendolo, perché in questo caso il corrispettivo della spendita va alla collettività, la quale vedrà coperto/inverato il denaro messo in circolazione dalla ricchezza che introita (fatta anche di diritti, retribuzioni, pensioni ecc). Per cui cresceranno parallelamente la ricchezza pubblica e il denaro.
Denaro che dunque si invera solo se introdotto dallo Stato, mentre resta falso se introdotto da singoli.
Fenomeno dell’inveramento del denaro che ho definito proprio io e senza comprendere il quale non è possibile capire realmente le terribili valenze del signoraggio.
Definisco quindi inflazione il fenomeno che si verifica quando, avendo dei falsari introdotto del denaro spendendolo, abbiano così causato un aumento del denaro globale e della percentuale di ricchezza di loro proprietà, ed una corrispettiva diminuzione del potere di acquisto del denaro e della ricchezza di proprietà della collettività.
Per eliminare il signoraggio non basta però che le banche centrali siano pubbliche; occorre anche impedire il predetto falso in bilancio.
Se infatti abbiamo un’unità di ricchezza ciascuno e creiamo altrettante banconote da dividerci una a testa, non cambia nulla: rimaniamo proprietari di quell’unità di ricchezza; salvo che, grazie al denaro, potremo usarla meglio.
Intendo dire che se il denaro è creato per essere il corrispettivo simbolico della ricchezza, non può che essere contabilizzato all’attivo.
Iscriverlo quindi al passivo, come fosse qualcosa delle banche e di diverso dalla ricchezza per simbolizzare la quale viene messo in circolazione mediante la spendita, è solo un modo per rubarlo.
Un quadro in cui, se una banca ‘presta’ dei soldi ad un cittadino, egli non glieli deve, sia perché la banca (falsaria) nulla gli ha dato, sia perché il corrispettivo della spendita il cittadino lo riceverà dalla collettività, sicché è ad essa (allo Stato) che dovrà restituire i soldi.
Pertanto, per legittimare l’esigibilità dei crediti delle banche, occorre prima confiscarle e nazionalizzarle, essendo altrimenti i loro crediti inesigibili quali crediti di falsari e truffatori.
Signoraggio la cui eliminazione renderà ricchissimo lo Stato debellando la drammatica demonetizzazione pilotata dalle banche per dominarci.
Perché la sofferenza sociale è frutto dell’avere la cupola – madre del consumismo – reso obbligatorio avere denaro e spenderlo come essa vuole (tributi), pena le varie violente forme di espulsione sociale.
Crimini che violano gli artt. del codice penale n. 241, 283, 648 bis, 501, 501 bis, 416, 61.
Mentre, se il denaro è prodotto dallo Stato senza causare inflazione, ne va stampato quanto occorre, incrementando così gli scambi e l’economia.
Signoraggio primario a cui si aggiunge il secondario, con cui le banche di credito, attraverso il ‘moltiplicatore monetario’, secondo prassi che una prona e scellerata dottrina di regime dà per scontate, ma sono il massimo della criminalità, realizzano prestiti per un ammontare 50 volte maggiore del denaro che detengono.
In sostanza, se Tizio versa su una banca 100.000 euro, essa tratterrà il 2% circa (conta il concetto) come riserva, e presterà il 98% che, una volta depositato in un’altra banca, sarà prestato, a cascata, al 98% .
Finché la cosca bancaria, attraverso prestiti ogni volta minori del 2%, azzererà i 100.000 euro, ma farà prestiti per 5.000.000 su cui lucrerà interessi anch’essi cinquantuplicati, anziché il solo compenso per il servizio.
Interessi che devono andare ai proprietari dei soldi, e allo Stato per i prestiti frutto della cinquantuplicazione, mentre ora costituiscono una creazione di denaro a vantaggio delle banche che consegue ad ogni ‘versamento’ o pagamento con assegni, carte di credito, bonifici ecc.
Signoraggio secondario i cui proventi non vanno nemmeno essi agli azionisti, ma vengono di nuovo sottratti dalla cupola attraverso complessi falsi in bilancio e trucchi il cui effettivo accertamento richiede che una magistratura specializzata entri finalmente con i suoi poteri nel profondo del sistema, anziché coprirlo.
Denaro falso che provoca una continua inflazione resa invisibile dalla parallela diminuzione dei costi produttivi e commerciali.
Ciò mentre il fisco rastrella denaro inverato che usa per la più parte per ‘comprare’ il denaro da inverare o per pagare gli interessi sul debito.
Tributi che, quando lo Stato il denaro lo creerà da sé, si potranno ridurre ad un’unica imposta (i costi della fruizione delle cose vanno posti in una qualche misura a carico di chi se ne giova), che potremmo definire la ‘generale’.
‘Generale’ che – senza compensazioni tra dare e avere – potrebbe variare, in ipotesi, dall’1% al 20%.
Signoraggio da eliminare, senza bisogno di modifiche dei trattati: -a) perseguendo i crimini bancari, quali il descritto falso in bilancio; -b) confiscando penalmente le quote di proprietà privata della BI, e quindi anche quel 15% circa della BCE che è della BI, aprendo gli occhi del mondo; -c) pareggiando i tassi passivi e attivi affinché vadano ai proprietari dei soldi, e allo Stato quelli frutto del moltiplicatore.
Interessi bancari sovente usurai. Usura che è la forma estrema di signoraggio secondario.
Trattati, accordi e sistemi fiscali scritti dalle banche, con cui hanno tentato di delegittimare la sovranità economica degli Stati per ricettarla a queste cosche, ma senza potervi riuscire, perché resta il contrasto con tutti i principi giuridici.
Alfonso Luigi Marra