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Marra: Proposta alla massoneria di collaborazione contro i massoni bilderberghini o comunque asserviti alle banche quali garanti dell’illiceità bancaria e fiscale e del signoraggio.
Lo scrivo dal 1985, ma ripeto che — poiché non condivido il dogmatismo strategistico (arroccarsi nei dogmi per difendere i privilegi) su cui si basa l’occidentalesimo, divenuto da circa un secolo consumismo — non posso quindi condividere nulla che sia espressione di queste due culture. Sicché non condivido né la destra né la sinistra né il centro né altro o altri, che si tratti di politica, economia, massonicità, religiosità e così via.
Cultura che ho definito «modo che gli uomini mediano di dover avere in comune nel vedere la realtà», e consumismo che ho definito «subordinazione dell’uomo all’economia anziché dell’economia all’uomo».
Ribadisco quindi anche che vado sì ovunque e da chiunque, ma sempre vestito dei miei ‘panni’ di fondatore del PAS (Partito di Azione per Lo Sviluppo), senza mai indossare casacche altrui (né cappucci o grembiulini), e per cercare di convincere gli altri delle mie tesi. Sempre naturalmente che non incontri qualcuno che abbia scritto un modello culturale che valuti migliore del mio: caso in cui non esiterei ad abbracciare il suo credo.
Occidentalesimo consumistico ora giunto alla fase dell’abiezione, come spiego in La fase di Ilenya, il volume che sto per pubblicare, e che ha preso nome da un mio scritto del 9.5.2012 (vedi da marra.it).
Un orrendo quadro reso apocalittico dall’imminente involuzione climatica. Un quadro che fa da sfondo alla mia decisione di formulare, per i motivi che scrivo di seguito, alla massoneria, che fin qui avevo contrastato, questa proposta di collaborazione contro i massoni bilderberghini o comunque asserviti alle banche quali garanti del signoraggio e dell’illiceità bancaria e fiscale in generale.
Bilderberghini e filo-bancari che, dopo aver rovinato il mondo, lo stanno ora caricando di tasse, che sono illecite e non vanno pagate, ma abolite, perché servono solo a rastrellare denaro per comprare dalle banche centrali i soldi che gli Stati devono invece produrre da sé al costo della carta e dell’inchiostro.
Motivi uno dei quali è che conto sulla massoneria perché — a causa del molto erroneo operato delle sue frange bilderberghine e filo-bancarie (Monti, Letta, Napolitano ecc.) — essa sa di rischiare di apparire la responsabile del fallimento dell’economia.
Per cui l’ormai vastissima collettività che la costituisce non può che volersi liberare da questa sudditanza alle banche della quale solo pochissimi massoni si avvantaggiano, e far prevalere al suo interno l’ala idealista su quella affaristica, magari anche ‘sdoganandosi’ attraverso l’emanciparsi da quella segretezza che giova praticamente solo al ristrettissimo nucleo filo-bancario.
Ecco quindi, amici massoni, che se anche voi, come ritengo, concordate che per salvare il mondo bisogna iniziare dall’eliminazione del signoraggio, dell’illiceità bancaria e dell’altrettanto illecito sistema fiscale, per poi proseguire cambiando tutto quant’altro sia superato o anomalo, non c’è motivo per non lavorare insieme.
Non c’è motivo perché il male che vige non è frutto della diversità delle molte ‘chiese’, ma al contrario dell’appartenenza di tutte loro alla stessa, errata cultura vigente, perché si può essere onesti fino alla santità, ma non c’è un modo buono e uno cattivo di esercitare ciò che è errato. Erroneità che anzi meglio la si esercita e peggio è, perché può solo far divenire migliori nell’essere peggiori.
Attuale cultura che non può essere ottimizzata, ma solo cambiata. Un cambiamento che può avvenire solo sfondando la barriera del proprio inconscio fittizio e decidendo di accettare di vedere gli altri e se stessi per quello che sono e che si è, e non per come abbiamo voluto vederli e vederci nel quadro della nostra visione strategica.
Uno strategismo inevitabile, perché la vita è comunque rapporto di forza, sicché il nostro modo di vederci e vedere gli altri non potrà che di nuovo essere frutto di nuovi strategismi e nuove mediazioni.
Nuovi strategismi e conseguente nuove mediazioni (nuove forme del conoscere\culture) che però nulla impedisce siano leali, o almeno più leali, anziché abietti, come lo sono oggi divenuti, trasformando così la condizione umana in un dramma pur in presenza di una ricchezza molte volte multipla di quella che l’uomo ha mai avuto prima.
Massoneria quanto alla quale, anche chi come me non condivida né l’esoterismo massonico né il miracolismo cattolico, e sia convinto che il punto di partenza della nuova civiltà debba essere la desegretazione di tutto, deve ammettere che la segretazione non è tipica della sola massoneria, ma di tutte le forze e di tutti gli Stati, e l’esoterismo è divenuto la ‘religione’ del mondo, specie anglosassone.
Sono poi convinto che nella guerra al signoraggio e all’illiceità bancaria e fiscale mi saranno più di aiuto coloro che hanno interessi in gioco, o hanno un rapporto più concreto con la vita, che i vari capetti anti-signoraggisti (nonché subdoli succedanei, tipo i sovranisti nazionali, anti-euro ecc.), i quali, oltre ad avere ben poca forza, non sono migliori di nessuno.
Un contesto costituito (salvo le fortunatamente non poche eccezioni) da copioni nati dalle mie carte e dai miei video, ma ciononostante tanto più preda di un protagonismo privo di ogni possibilità di sbocco quanto più incolti e/o giuridicamente impreparati. Francamente spesso solo degli illusi per i quali la lotta al signoraggio non è che un percorso attraverso il quale cercare di affermarsi, perché scambiano l’importanza dell’argomento per importanza di loro stessi mentre ne parlano.
Ribadito insomma che, quanto alle organizzazioni illecite — come il bilderberg e le altre cosche filo-bancarie e filo-fiscali palesi o occulte — rimangono le responsabilità penali o civili, dalle quali non sono certo io a poter prosciogliere nessuno, persino coloro che hanno profondamente demeritato, e vanno io credo processati, come Monti, Letta e Napolitano, potrebbero, se volessero, pentirsi (di aver sfruttato il potere frutto dell’appartenenza massonica per vendere la carne della società alle banche) e concorrere alla lotta al signoraggio e all’illiceità bancaria e fiscale, tanto più, ripeto, che certi disvalori sono diffusi nella massoneria più o meno quanto lo sono ovunque.
È cioè indispensabile una cultura del perdono non appena ci sia il pentimento anche perché la rivoluzione culturale non possiamo farla con i marziani, ma solo con gli uomini di questa terra, e il tasso di democraticità è così alto che nessuno può dirsi del tutto innocente.
La massonicità, inoltre, grazie al sostegno bancario, che dura da tre secoli, è divenuta una forza così vasta da essere egemone nel mondo, ancorché a sua volta in grave crisi (quando è in crisi la cultura, chi ha più interessi è per forza di cose più in crisi degli altri), e la collettività massonica è anch’essa dissidente verso quelle frange che usurpano il suo potere e lo usano per se stesse o, peggio, verso coloro che addirittura esercitano il satanismo o altre pratiche che in ogni caso, ripeto, sono diffuse nella massoneria come nel resto della società.
Una forza così vasta che ad una migliore riflessione ho valutato non ha più senso demonizzare in maniera generalizzata perché, siccome è stata massone la più parte degli ideologi anche dei secoli scorsi, a partire da Marx, è ormai di ispirazione massonica l’intera cultura e società.
A parte poi che per lottare insieme contro il signoraggio, l’illiceità bancaria e fiscale, e il modello economico che sta distruggendo il pianeta, non occorre essere d’accordo su tutto.
Infine, poiché il documento Causa della fondazione e ideologia del PAS (Partito di Azione per lo Sviluppo) non contiene formule esplicitamente avverse al cattolicesimo e alla massonicità, auspico che entrambe queste immense forze tengano il PAS in considerazione come possibile punto di riferimento politico, ora che tutti gli altri partiti si stanno dissolvendo per la vaghezza delle loro concezioni e regole.
Vaghezza che rende sempre più alto il loro tasso di scontro interno e di opportunismo, perché la mancanza di regole e principi certi e condivisibili causa la tendenza di ciascuno a fare delle proprie esigenze la fonte delle proprie regole, principi e morali.
27.11.2013
Alfonso Luigi Marra